I gioielli hanno da sempre accompagnato l’uomo come accessori di stile, simboli di diversificazione sociale e custodi di significati emotivi molto più profondi. Dunque, non semplici oggetti di moda ma veri e propri emblemi atti a caratterizzare un individuo. Sono molte le storie e le curiosità legate a tali accessori e ai singoli materiali che li compongono; eccone alcune davvero interessanti.
La solitudine della fede nuziale
In passato era usanza comune che fosse solo la donna ad indossare la fede nuziale come dono di unione fattole dal proprio uomo. Il vincolo coniugale veniva così sancito insieme a tutte le celebrazioni per la novella coppia di sposi. Tuttavia, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, le cose cambiarono: alcuni produttori di gioielli ebbero la brillante idea di introdurre anche la fede maschile in modo tale da aumentare i loro ricavi riuscendo a vendere due fedi d’oro invece che una sola. Una strategia di marketing così ben ideata da riuscire a modificare una tradizione consolidata nel tempo.
Il gioiello più antico del mondo
Diversi studi hanno dimostrato come gli uomini primitivi erano soliti adornarsi di gioielli ricavati da oggetti comunemente usati nella vita quotidiana come denti ed ossa di animali o conchiglie. L’accessorio ritrovato risale a ben 75.000 anni fa, si tratta di una collana di conchiglie perfettamente conservata. L’antichissimo gioiello è stato ritrovato in Africa ed è composto da 41 conchiglie tenute insieme da un filo il cui materiale non è stato ancora identificato.
Stuzzicadenti di lusso
Durante il periodo rinascimentale tra le sontuose collane delle nobildonne spiccavano degli accessori alquanto particolari, i cosiddetti “curadenti”: degli stuzzicadenti realizzati in oro e pietre preziose. Queste lunghe collane, indossate anche dagli uomini, erano lussuose quanto qualunque altro gioiello sfoggiato dalle persone appartenenti ai ceti nobili ma vennero bandite quando lo scrittore Monsignor Giovanni della Casa lo definì “strumento volgare” nel suo Galateo overo de’ costumi.
L’anello da cocktail
Diffusosi durante il periodo del proibizionismo statunitense, questa tipologia di gioielli deve il loro nome al significato che veniva ad essi associato: erano un passepartout per entrare nei locali clandestini riforniti di alcolici. A quei tempi, viste le dure leggi restrittive, gli alcolici venivano venduti a prezzi molto cari, dunque solo le persone abbienti erano in grado di permetterseli. Gli anelli da cocktail erano finemente lavorati e caratterizzati da pietre di grandi dimensioni; queste caratteristiche facevano ben intuire il loro enorme valore, chiunque li indossasse, avrebbe potuto sicuramente permettersi di pagare i drink fuori legge.
Di racconti e di stranezze associate ai gioielli ce ne sono a bizzeffe, sarebbe riduttivo soffermarci solo su quelli appena citati ma altrettanto impegnativo cercare di menzionarli tutti. L’uomo ha da sempre avuto uno stretto legame con questi accessori, non potevano di certo mancare storie curiose legate ad essi.